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Poliestere bio-based

La produzione di poliestere da materiali bio-based come le piante, riduce la nostra dipendenza dal petrolio vergine e le emissioni di gas serra rispetto al poliestere vergine.

Perché

Il poliestere nasce dal petrolio. Per creare questo materiale sintetico a base di plastica, il petrolio greggio viene estratto, distillato in sostanze chimiche come l'etilene e poi riscaldato per creare la base del polietilene tereftalato (PET), o poliestere. Questo processo è letteralmente un filo che lega l'industria dell'abbigliamento con l'industria del petrolio e del gas, e il legame diventa sempre più forte.

L'ONU stima che il 60% degli indumenti è realizzato con questi tipi di materiali sintetici quali il poliestere, il nylon o l'acrilico. Entro il 2030 si prevede che la percentuale raggiungerà il 73%. Con l'abbandono dei combustibili fossili da parte dei trasporti, il poliestere e gli altri tessuti sintetici potrebbero essere un modo per le grandi compagnie petrolifere e del gas di continuare a mantenere il controllo.

Per realizzare un maggior numero di prodotti senza poliestere vergine, nel 2014 abbiamo iniziato a rivolgerci a fonti di PET bio-based, che ridurrebbero la nostra dipendenza dal petrolio vergine, diminuirebbero il nostro impatto ambientale e ridurrebbero le emissioni di gas serra di quasi la metà rispetto a quelle generate dal PET vergine derivato dal petrolio. Dopo anni di ricerche, il primo passo in questa direzione è SugarDown, un poliestere completamente bio-based proveniente dalla canna da zucchero coltivata negli Stati Uniti.

Materie prime più responsabili

L'utilizzo del petrolio vergine come materia prima lega l'industria dell'abbigliamento all'industria del petrolio e del gas. Passando ad alternative meno impattanti, investiamo in tecnologie necessarie e riduciamo la nostra dipendenza dai combustibili fossili.
48%

Di quanto riduciamo le emissioni di gas serra utilizzando il PET a base di canna da zucchero rispetto al PET ottenuto dal petrolio vergine.

I nostri risultati

Prima di massimizzare altre soluzioni tessili responsabili, come il poliestere riciclato, abbiamo iniziato a cercare alternative al poliestere vergine. La ricerca è iniziata con un partner tessile di lunga data che ha sviluppato un PET bio-based al 30% utilizzando il glicole etilenico a base di zucchero. Ci ha condotto anche a un partner con sede negli Stati Uniti che utilizzava una tecnologia innovativa per trasformare il paraxilene, una materia prima a base di zucchero, in molecole che si comportano come il petrolio. Se combinati chimicamente, il glicole etilenico e il paraxilene creano una versione del PET priva di petrolio e praticamente identica alla sua controparte vergine derivata dal petrolio.

Come ogni altro materiale Patagonia, anche questa soluzione bio-based doveva superare rigorosi standard di laboratorio e test sul campo. Anche l'approvvigionamento responsabile era di capitale importanza. Grazie a una corretta due diligence, abbiamo trovato una fonte di cui essere orgogliosi: la canna da zucchero non OGM coltivata in Louisiana.

Nell'autunno del 2023 presenteremo i primi prodotti SugarDown frutto di questi anni di ricerca: le SugarDown Hoody da uomo e da donna con tessuto esterno e fodera realizzate con l'alternativa del poliestere bio-based.

Cosa succede ora

Il poliestere bio-based ci aiuta nel nostro obiettivo di utilizzare, entro il 2025, il 100% di materiali responsabili (fra cui cotone organico e da agricoltura rigenerativa, poliestere riciclato e nylon riciclato). Siamo però consapevoli che alcune coltivazioni come quella della canna da zucchero, per produrre la materia prima derivata, hanno comunque un certo impatto ambientale.

SugarDown è il primo passo di Patagonia nel mondo dei biomateriali. Ci impegniamo a utilizzare questa alternativa vegetale in tutte le sue parti e a cercare altri metodi per sfruttare le fibre sintetiche bio-based, comprese quelle derivate dai rifiuti.

Biobased Polyester
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